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Andrea Morzenti

Un anno di intornoallavoro. Perché è tutto nell’insieme


Il 2018 è stato il primo anno intero per questo mio piccolo blog. Provo a chiuderlo, l’anno non il blog, con quest’ultimo post dell’anno.

Un post, questo, che vuole raccontare il 2018 ricordando i post cui sono più legato e, perché no, più affezionato (un clic sul titolo se vi va di leggere, o rileggere, i post per intero).

Anno di elezioni politiche e della formazione del governo gialloverde sovranista e populista. Anno intenso di decreto cosiddetto dignità. Anno di #IoNonSonoUnCaporale.

 

Un post al mese. E, qualche mese, anche più d'uno.

Gennaio 2018 (poi l’anno non lo scrivo più). Le elezioni politiche si sarebbero tenute il 4 marzo. Scrissi: “Mi alleo con te, poi governo con lui”. Insomma Salvini che alle elezioni si allea con Berlusconi e poi, ne ero convinto, governerà con Grillo. Soluzione, scrivevo, favorita dal Rosatellum. E, soprattutto, dai tanti punti in comune tra Lega e M5S (immigrazione, no euro, vaccini, ...). Ne avevo scritto su Twitter e parlato più volte. Sappiamo come è andata a finire: è nato il governo gialloverde.

Febbraio. “Anche il braccialetto è di Amazon, non di Pandora”. Titolo legato alla conoscenza, per me, recente del fenomeno Pandora, braccialetti e charm (parola a me, fino a poco tempo, sconosciuta). Post incentrato sul tema dei controlli a distanza, ipotizzati da qualche commentatore come possibile conseguenza dell'utilizzo del braccialetto elettronico brevettato da Amazon. E tutto a causa, ovviamente, del mitico Jobs Act, causa di tutti i mali (un po’ come causa si tutti i mali è il brutto e cattivo Matteo Renzi).

Marzo. “Come portare l’acqua al mulino dei Cinquestelle”. Partendo da un articolo di Luisella Costamagna sul Fatto Quotidiano, una mia analisi su come la Sinistra ha svuotato il PD del brutto e cattivo Matteo Renzi, non ha racimolato voti (LEU ha avuto gli stessi voti di Vendola di cinque anni prima) e ha semplicemente portato voti al M5S. Che poi, alleandosi con Salvini, porterà avanti politiche di destra (insomma un vero capolavoro della Sinistra).

Aprile. “GDPR: prorogare un po’, non troppo; e senza dirlo”. L’Italia, la patria del decreto milleproroghe, pare inventarsi un percorso tutto suo, tipicamente italico appunto, del fare ma senza dire, del dire e non dire, per prorogare le sanzioni legate al nuovo Regolamento privacy UE che sarebbe entrato in vigore da lì a poco, il 25 maggio. Una materia, la privacy, che ho (forse) un po' imparato nel corso degli ultimi due anni.

Maggio. “Grazie Presidente, grazie Mattarella. Un gigante.”. L'unico titolo che finisce con il punto, perché definitivo. Post scritto, come moltissimi, grazie alle belle discussioni nate e sviluppate assieme a chi mi sopporta parlar di politica. Post nato dal bellissimo e intenso discorso di Sergio Mattarella - da mandare a memoria (ah, ma di dice così? non lo sapevo) - nel comunicare all'Italia la sua impeccabile decisione di non affidare a Paolo Savona il Ministero dell’Economia.

Giugno. “La stampa interpreta gli interinali di Amazon…”. Nell'epoca dei social, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro comunica su Twitter. E così annuncia al mondo intero l’esito dell’ispezione, in Amazon, sull'utilizzo della somministrazione di lavoro. E la stampa rilancia subito con titoli sicuramente ad effetto ma dai contenuti giuridici evidentemente sbagliati. Nel post ho provato a fare un po’ di chiarezza.

Luglio. Inizia la serie dei post dedicati al decreto cosiddetto dignità. Dalla bozza entrata in Consiglio dei Ministri, al testo uscito dal Consiglio dei Ministri (“Un Decreto senza dignità. Cambiando un comma, cambia tutto”). Fino al Decreto Legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale (“Tornano le causali, varie ed eventuali. Buonanotte Italia, buonanotte lavoro”). Il Governo gialloverde ha deciso: i) una modifica ad un solo periodo di un comma e, voilà, le Agenzie per il Lavoro da Servizi per l’Impiego si trasformano in aziende come tutte le altre ii) si ritorna indietro nel tempo, con motivazioni (causali impraticabili) per assumere a termine.

Poi, ad agosto, la Legge di conversione del decreto, con l’approvazione di quello che io poi chiamerò l’oscuro comma (“Il Parlamento interpreta il Governo. E la dignità va al mare piena di dubbi”).

L'interrogativo “In viaggio verso la dignità?” è il post di sintesi sul percorso del decreto cosiddetto dignità, introdotto dalla più bella immagine di copertina dell'anno.

Agosto. “Articolo #diciotti”. Perché assieme a Luigi Di Maio, nel governo gialloverde c’è anche (eccome se c'è) Matteo Salvini. Il primo sta alle Agenzie per il Lavoro, come il secondo sta ai barconi degli immigrati. Un post sugli sbarchi dalla nave italiana Diciotti, che racconta di possibili violazioni di Costituzione e Leggi, di un pericoloso scontro tra poteri dello Stato e della nostra Italia con l'Europa. E di mancanza di compassione e umanità.

Settembre. “Tutto vero, per davvero. Tempo indeterminato”. Quanti sanno che le Agenzie per il Lavoro assumono a tempo indeterminato? Quanti ancora chiamano i lavoratori delle agenzie temporanei o interinali? Perché tanto c’è ancora da fare sul “percepito”. Ci ho provato con questo post.

Ottobre. Tanti post in questo mese. Scelgo “Si usa ancora dire réclame nell’epoca dei social network?” Un post diverso da tutti gli altri. Il tema della pubblicità occulta/nascosta, degli influencer e dell’affidamento che ne fanno soprattutto (ma non solo) i più giovani, è un tema che mi sta molto a cuore. Post nato perché giornalisti e giornali pubblicizzano - a mio parere in modo scorretto - articoli a pagamento, senza dirlo nei Tweet.

Novembre. Tengo molto a questo post su Giuseppe Cruciani, “La Zanzara amplifica e distorce. Storia di un Tweet” nato da un Tweet poco chiaro, che andava argomentato. Ma novembre è stato per me, e con pizzico d'orgoglio voglio dire anche per le Agenzie per il Lavoro, il mese dell'hashtag #IoNonSonoUnCaporale. Non aggiungo nulla qui, se non ricordare che è stato un hashtag di storie di vita e di lavoro. Il post è "#IoNonSonoUnCaporale, grazie a tutti. Assieme". Alla fine trovate anche la mia intervista su Italia Oggi, al grande (io lo chiamo il mago delle interviste) giornalista Goffredo Pistelli.

Dicembre. Mi piace chiudere l’anno con “Caso di Maio: ritorna Silvio, ma io non ci sto”. Ho provato a dare la mia lettura, meditata e discussa, sull'inchiesta sul papà di Di Maio curata da Le Iene, trasmissione che va in onda su una rete Mediaset. Ma voglio chiudere anche ricordando l'ultimo vero post dell'anno 2018: "Ce lo (non) chiede l'Europa", che vuole ricordare le differenze tra la Direttiva sul contratto a termine e la Direttiva sul lavoro tramite agenzia (internale, tra parentesi). Perché il decreto cosiddetto dignità va cambiato. In Italia, ma anche in Europa.

Ecco qui il mio 2018, Ecco il 2018 di intornoallavoro.com, il mio blog nato il 7 luglio 2017 (settezerosette). Perché è tutto nell'insieme che si capisce cosa si vuole dire, dove si vuole andare.

La legge di bilancio del governo gialloverde è per il 2019 (anche se il Ministro e vice premier Di Maio, nel suo post dei "fatto", nel titolo ha scritto che è del 2018...). Come, sempre nel 2019, sarà anche l'entrata in vigore del nuovo contratto collettivo delle Agenzie per il Lavoro.

Quindi, al prossimo anno.

E auguri, Andrea

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