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Andrea Morzenti

Decreto Lavoro, si può fare di più



Ecco come può essere andata, più o meno, nei palazzi romani:


- ANONIMO Tu che eri al governo anche allora, mi aiuti capire?

- SALVINI Certo, dimmi

- A Il decreto dignità ha reintrodotto le causali per i contratti a termine, giusto?

- S Sì, sì. Ma solo per contratti oltre i dodici mesi e per tutte le riassunzioni

- A Ma ci vogliono proprio queste causali? Nel senso, ce lo chiede l’Europa o qualcosa del genere?

- S Mah, Tridico ci diceva di sì

- A Ah

- S Eh

- A E come sono?

- S Ora non le ricordo. Ma Luigi (Di Maio, ndr) diceva sempre che per scriverle dovevi superare un test diabolico. Insomma, erano scritte apposta per essere inutilizzabili. Servono (servivano, ndr) incrementi di produzione temporanei tipo imprevedibili, molto destabilizzanti, molto impattanti. Oppure se l’azienda deve fare cose, sempre temporaneamente, che di regola non fa mai. Boh, qualcosa di simile

- A Ma scusa, qui leggo (Direttiva 1999/70/CE, ce lo chiede l’Europa, ndr) che la causale, dopo il primo contratto, è una possibile misura per prevenire gli abusi derivanti dalla successione di contratti a termine. È una misura tra le tre richieste (le altre sono: durata massima e numero massimo di rinnovi/riassunzioni, ndr). E scrivono nero su bianco che ne basta solo una. Noi la durata massima l’abbiamo no?

- S Aspetta che chiedo…


- A Eccoti, ma dove eri andato? Hai chiesto?

- S Allora, sì, Google dice che, dai scherzo… (per me non scherzava, ndr) che la durata massima c’è. Tra l’altro, ridotta proprio dal decreto dignità - nel senso che c’era anche prima - a ventiquattro mesi

- A Bene dai, allora teniamo quella e via le causali no?

- S Porca miseria, non male come idea

- A Eh

- S Però aspetta, così torneremmo al Jobs Act (in quella norma la differenza è che la durata era di trentasei mesi, ndr) di quell'antipatico là che pare farà pure il direttore di giornale (se Calenda sa che Salvini già sapeva, mammamia se si arrabbia, ndr). No dai. E poi, mi sa che CGIL e armocromie varie (anche qui Salvini già sapeva di Vogue) si arrabbiano e ci bloccano il Paese. Qualcosa di più soft?

- A Ok, dai, ci pensiamo su…


- S Ci hai pensato? Buone nuove?

- A Pensavo: lasciamo tutto così com'è, causale sì/no, durate, limiti percentuali, costi più alti per i rinnovi, però semplifichiamo le causali. Togliendo la prova diabolica come la chiami tu

- S Ci può stare, sempre se ho ben capito… ma come?

- A Diciamo che le causali nuove devono avere un preventivo controllo di un qualcuno di terzo o che, comunque, stia al di sopra della singola azienda

- S Bello! Così noi ce ne laviamo pure le mani…

- A Diciamo che la causale la può scrivere solo il contratto collettivo, di modo che il sindacato deve sempre per forza essere d’accordo

- S Geniale, che poi se ricordo bene è la stessa proposta che fa il PD da anni

- A Esatto!

- S Però, aspetta, e se i contratti collettivi non dicono nulla? Non possiamo certo bloccare i contratti a termine, con causale, perché causale non esiste. Qui saremmo oltre la prova diabolica eh

- A Certo, e qui ecco la mia brillante idea: solo se il contratto collettivo non dice nulla, finché non dice nulla, la causale la scrivono le parti individuali (che poi vuol dire che la scrive il datore di lavoro e il lavoratore la firma quando viene assunto, ndr). Rievochiamo il mitico causalone…

- S Mica capito…

- A Ma sì, il causalone del 2001. Le esigenze tecniche, organizzative e produttive!

- S Ma, ora non vorrei ricordare male, mi han sempre detto che han generato un brutto contenzioso. Sei sicuro di voler tornare lì?

- A Aspetta, mica finita la mia idea.

- S Ecco, mi pareva. Dai, vai avanti che sono curioso

- A Scriviamo che il causalone, prima di assumere il lavoratore, deve essere certificato da una commissione di certificazione. Così o c’è tutela collettiva (il sindacato, ndr) o c’è comunque un qualcuno di terzo che dà l’ok

- S Grande! Bella idea. Dai che la facciamo buttar giù e vediamo come viene


- A Leggi qui, fila no?

- S Allora, per filare fila. È pure scritta bene. La causale collettiva piace a tutti, l’individuale certificata invece...

- A Dimmi, dai. Cosa ti han detto che ora non ti convince più?

- S Dicono che la certificazione, oltre a non essere a tenuta stagna, ingesserebbe molto. Tempi lunghi per ottenerla, oltre ai costi su cui l’attenzione è giustamente sempre alta. Rinnovi e proroghe dei contratti a termine sarebbero in sofferenza

- A Mannaggia. Dici davvero?

- S Davvero, per davvero


- A Ok, allora facciamo così: via la certificazione ma qualcosa d’altro ci dobbiamo pur inventare. Se no la causale nei contratti collettivi non ce la mette nessuno. E poi il brutto contenzioso, come lo chiami tu, lo buttano addosso a noi

- S Eh. Una sorta di supplenza?

- A Bravo, un periodo transitorio, una data, un qualcosa che limiti temporalmente il causalone in attesa dei contratti collettivi. Una data, un “entro il”, non si nega a nessuno, è un classico ormai

- S Vai andata! Facciamo fino al 31 dicembre 2024?

- A Mmm, meglio il 30 aprile 2024. Fa più scena, che il decreto lo approviamo domani 1 maggio, sai che Giorgia ci tiene a farlo il giorno della Festa del Lavoro. Così diciamo che diamo alle parti sociali giusto un anno per scrivere loro le causali. E dal 1 maggio 2024, passato l’anno di supplenza, salutiamo il Causalone il giorno del Concertone ahahah

- S Top! Salvo proroghe, va da sé

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