I causaloni non sono tutti uguali
- Andrea Morzenti
- 21 mag 2023
- Tempo di lettura: 1 min

Un amico avvocato, quando lavoravo con lui, mi diceva spesso che mi appassionavo troppo alla lettera delle norme. Che mi piaceva proprio star lì a sezionare articoli e commi e a ragionare di parole e virgole.
Mi diceva però che erano importanti anche altri aspetti: la ratio, l'impianto normativo, la giurisprudenza, la dottrina, le direttive comunitarie, financo (beh, “financo” piace a me, lui non l’usava) la prassi amministrativa (anche se poi mi ricordava sempre che le circolari i giudici le utilizzano in una specifica stanza di casa loro) e pure le cavallette (beh, queste non le diceva).
Vabbè, ci ho provato anche questa volta a sezionar articoli e commi.
Ne è uscita questa tabella:
Ecco, il causalone è scritto, nel 2001 e oggi nel 2023, in modo apparentemente uguale anche se con qualche differenza (cfr “individuate dalle parti”, cosa vorrà dire? Quale il ruolo pensato per il lavoratore, parte del contratto assieme al datore di lavoro?).
Ma gli altri aspetti? Le durate, i limiti percentuali, … potranno portare l’interprete a dire che i causaloni non sono tutti uguali? Perché, forse, come diceva il mio amico avvocato, oltre al dato letterale c’è di più (semicit.).



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