In questo fine settimana molto si è parlato di Mimmo Parisi, Presidente in pectore di Anpal (per l’ufficialità manca ancora la controfirma di Sergio Mattarella sul decreto di nomina del governo).
Italo-americano, professore di Demografia e statistica all'Università Statale del Mississippi Stati Uniti, direttore del National Strategic Planning and Analysis Research Center, Mimmo Parisi il 18 maggio 2018 ha fondato la Valentz Inc, società amministrata dalla moglie Michelle, che è anche Vice President di Camgian, società che si occupa dello sviluppo di piattaforme end-to-end finalizzate alla analisi dei big data.
Il Ministro Luigi Di Maio dice di aver conosciuto Parisi “qualche mese fa alla Camera”. Dev'essere stato un colpo di fulmine.
Linkiesta.it, giornale online, ha posto al Ministro Di Maio alcune domande, tra cui:
il governo comprerà il software che useranno i navigator proprio all'azienda creata dallo stesso presidente di Anpal?
è prevista invece una gara pubblica per decidere quale sarà la app che useranno i navigator per incrociare domanda e offerta di lavoro?
Parisi è consapevole della incompatibilità dei ruoli che ricopre negli Stati Uniti con il ruolo che andrà a ricoprire in Anpal? Si dimetterà o chiederà aspettativa?
Domande rilanciate sui social e, poi, sui quotidiani. Insomma, ne è nato un caso di possibile conflitto di interessi.
Riporto per completezza anche una voce, in parte, fuori dal coro.
È di Michele Tiraboschi, noto giuslavorista, che su Twitter ha scritto: «Un confronto intellettualmente onesto e non viziato da appartenenze politiche sul "pasticciaccio brutto dell’Anpal" dovrebbe partire da un bilancio di meriti e risultati concreti di Anpal e politiche attive del Jobs Act dal 2015 a oggi. Poi avanti pure con le domande su Parisi».
Ora, in attesa delle risposte (se mai arriveranno) e, comunque, di capirne di più, inizio oggi una serie di post – il più possibile acritici, sempre che ci riesca – sul Reddito di cittadinanza (Rdc), così come regolamentato dal Decreto Legge n. 4/2019 (e su un numero così basso di leggi, a fine gennaio, sarebbe interessante capirci meglio, ma magari è un bene).
Oggi vediamo Definizione (art. 1) e Beneficiari (art. 2)
DEFINIZIONE
Il Rdc è la “misura fondamentale di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, nonché diretta a favorire il diritto all'informazione, all'istruzione, alla formazione e alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all'inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro”.
Insomma, un toccasana. (scusate)
BENEFICIARI
Ne hanno diritto i nuclei familiari in possesso cumulativamente di una serie di requisiti. Eccoli:
1. Requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno
Il componente del nucleo familiare richiedente il Rdc deve essere:
in possesso della cittadinanza italiana o di altri Paesi UE oppure cittadino di Paesi extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due, in modo continuativo.
Disposizione, questa, di dubbia tenuta costituzionale, come riportato nel Dossier dei tecnici di Camera e Senato (requisiti “di molto superiori” ai 5 anni di residenza per le prestazioni sociali per gli stranieri sono già stati bocciati dalla Corte Costituzionale, in quanto 5 anni è il tempo necessario per lo status di soggiornante di lungo periodo).
2. Requisiti reddituali e patrimoniali
Il nucleo familiare deve possedere:
un valore dell'Indicatore ISEE, inferiore a € 9.360;
un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a € 30.000;
un valore del patrimonio mobiliare, non superiore a € 6.000, aumentato di € 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di € 10.000, incrementato di ulteriori € 1.000 per ogni figlio successivo al secondo (massimali incrementati di € 5.000 per ogni componente con disabilità);
un valore del reddito familiare inferiore € 6.000 annui (€ 9.360 nei casi in cui il nucleo familiare risieda in abitazione in locazione) moltiplicato per il parametro previsto da questa scala di equivalenza: 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di anni 18 e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1.
Facile, no? (scusate)
3. Godimento di beni durevoli
nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario (o avente piena disponibilità) di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta del Rdc, oppure di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti (esclusi autoveicoli e motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
nessun componente deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto.
E se ho un elicottero? (scusate).
Questo, per iniziare.
Beneficio economico (quanti euro), Patto per il lavoro (mix diabolico tra assistenza e politiche attive del lavoro) e Patto per l’inclusione sociale (nel caso di bisogno complesso e multidimensionale, c’è scritto così per davvero eh) li vediamo al prossimo post.
[to be continued…]