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  • Andrea Morzenti

Comunicar m’è dolce in questo marasma



Ci siamo quasi. Questo venerdì 15 ottobre per accedere a tutti i luoghi di lavoro servirà il green pass.

Nel mentre qualcuno - qua e là - ha chiesto una proroga, il governo ha già fatto sapere che non se ne parla neppure. L’Italia, interpreto io, non è più l’Italietta del milleproroghe. C’è una data, la si conosce da un mese, siamo seri dai, che è ora.


Un amico avvocato mi ha detto la sua: il green pass sul lavoro mica serve per aumentare il numero di vaccinati (ormai siamo al 80%, dove vuoi arrivare?) o per tutelare la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (il green pass è un atto amministrativo, mica medico o scientifico). Serve, invece, per far sapere all’Europa (ora che Merkel non c’è più e Macron, insomma, dai) e al Mondo (importante messaggio per Biden) che con Mario Draghi siamo diventati seri e affidabili, unici al mondo con green pass in fabbriche e uffici, in modo così da attrarre investimenti. Tesi, questa, certamente affascinante, gli ho risposto.

 

Ma, in tutto ciò, le norme vanno interpretate e applicate; non basta un messaggio all’universo mondo. E, tra gli addetti ai lavori, tra mille e dubbi e incertezze, la domanda più ricorrente è stata questa: il datore di lavoro può conoscere, con un congruo anticipo, se il lavoratore si presenterà al lavoro munito di green pass?

Perché, va bene tutto, ma il datore di lavoro si deve pur organizzare eh. Evito qui, per amor di patria, anche solo di accennare alla privacy e al suo garante, e provo questa ricostruzione:

  • la norma dice che il lavoratore può comunicare se non ha il green pass;

  • se lo comunica, fintanto che non avrà il green pass e comunque non oltre il 31 dicembre, è i) assente ingiustificato ii) senza conseguenze disciplinari iii) con diritto alla conservazione del posto iv) senza retribuzione;

  • insomma, per il lavoratore equivale ad essere controllato e risultare, all’accesso al luogo di lavoro, sprovvisto di green pass;

  • però così il datore lo può sapere prima e, di conseguenza, organizzarsi;

  • e, arrivo alla domanda: il datore di lavoro lo può chiedere e, soprattutto, il lavoratore è obbligato a rendere la comunicazione?


Ed ecco che arriva la risposta di Mario Draghi, con il decreto legge n. 139/2021. È un decreto bellissimo (sic.), quello che gli addetti ai lavori chiamano omnibus. Quello che da sempre, da ultimo Mattarella, è ritenuto non esattamente in linea con la nostra Costituzione. C’è dentro di tutto: le capienze di stadi, musei, ecc, l’esame di Stato deli avvocati, la tutela della minoranza linguistica slovena, le modifiche al codice privacy. Nella bozza c’era pure il revenge porn, ma mi sa che avevano esagerato e ora non c’è più.

Ma la risposta alla nostra domanda? Eccola lì, al Capo I “Disposizioni urgenti per l'accesso alle attività culturali, sportive e ricreative”, articolo 3. Perché lì, non è dato sapersi. Ecco cosa dice:

  • se ci sono specifiche esigenze organizzative volte a garantire l’efficace programmazione del lavoro;

  • il datore di lavoro può chiedere al lavoratore di comunicargli, con congruo preavviso, se non ha il green pass;

  • in tal caso il lavoratore è tenuto a rendere tale comunicazione.


E - ma questo non c’è scritto nella norma ed è solo il mio pensiero - se il lavoratore non rende la comunicazione richiestagli e, in fase di controllo al lavoro risulta sprovvisto di green pass, può essere sanzionato disciplinarmente per omessa comunicazione (e, qualcuno ha già detto, è responsabile anche dei danni arrecati al datore di lavoro che contava sulla sua presenza).

Certo su quali siano le “specifiche esigenze organizzative” ci sarà da discutere.


Chiudo con una piccola amara riflessione. Il green pass è già obbligatorio nelle scuole, per docenti e personale scolastico, dal 1 settembre. È passato quasi un mese e mezzo. Possibile che nessuno abbia avanzato questa richiesta? Possibile, cioè, che nessun preside abbia mai avanzato l’esigenza di sapere con anticipo quali professori non hanno il green pass? Possibile che, nelle scuole, sapere “chi c’è o chi non c’è” non rilevi? Possibile che non si configuri una specifica esigenza organizzativa finalizzata a garantire ai nostri ragazzi di avere lezione? Possibile. Ahinoi.

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