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  • Andrea Morzenti

Incardinato [all'inps]

Aggiornamento: 25 gen 2021


Incardinato ha tre significati:

  • [raro] nel significato proprio di porre sui cardini;

  • [più comune in senso figurato] porre i fondamenti di qualche cosa;

  • [di Chiesa] un ecclesiastico a una determinata diocesi.

L’ho dovuto cercare sulla Treccani quando l’ha utilizzato l’Inps nel suo Messaggio n. 72 del 11 gennaio di quest’anno. Il significato [giuridico] non l’ho proprio trovato.

 

Eh già, perché l’Inps scrive: “il beneficio in esame [ora ci torno] non è riconoscibile allorquando [mi è sempre piaciuto, fa il pari con “ancorché”] il lavoratore in somministrazione, pur svolgendo la propria attività lavorativa in unità operative dell’azienda utilizzatrice ubicate nelle aree svantaggiate, sia formalmente incardinato presso un’Agenzia di somministrazione situata in una regione diversa da quelle ammesse ad usufruire dello sgravio, in quanto, ai fini del legittimo riconoscimento della decontribuzione, rileva la sede di lavoro del datore di lavoro e non dell’utilizzatore”.


Il beneficio in esame è la cd “Decontribuzione Sud” prevista per ottobre, novembre e dicembre 2020 dal cd “Decreto Agosto” e confermata sino al 2029 dalla Legge di bilancio 2021. Si tratta di un esonero (parziale, con décalage) dal versamento dei contributi previdenziali al fine di:

  • contenere gli effetti straordinari sull’occupazione determinati dall’epidemia da COVID-19 in aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socio-economico;

  • garantire la tutela dei livelli occupazionali.


Ma torniamo a noi, a quel “formalmente incardinato presso un’Agenzia di somministrazione”.

Innanzitutto, per ricordare all’Inps che le Agenzie non incardinano nessuno (o “alcunché”, se piace di più all’Istituto), semmai – udite udite – assumono (sì, facile, “assumono”) i lavoratori in somministrazione con un contratto di lavoro subordinato che può essere – ma non lo dico io eh, lo dice la legge – a termine oppure a tempo indeterminato.

E poi, per provare a esporre perché, a mio modesto parere, il contenuto del Messaggio sia palesemente sconclusionato, illogico e incoerente, nonché fortemente e pericolosamente scollegato da tutte le norme e la prassi in tema di somministrazione di lavoro. Già, perché la conclusione a cui giunge è questa: l’esonero spetta solo se la sede di lavoro dell’Agenzia di somministrazione è al Sud, a nulla rilevando (il luogo di lavoro del) l’utilizzatore.


Ma come è possibile una lettura di tal fatta? Nella speranza che venga in qualche modo rivista dall’Inps, ricordo che i lavoratori in somministrazione non prestano la loro attività lavorativa nell’interesse dell’Agenzia (anche qui non lo dico io, ma sempre la legge) ma nell’interesse dell’utilizzatore che, tra l’altro, con il contratto di somministrazione (che, ricordo, deve riportare il luogo di lavoro) si impegna a rimborsare al somministratore (così sempre la legge) gli oneri retributivi e previdenziali effettivamente sostenuti.

Insomma, la forza lavoro dell’Agenzia (non dico gli assunti, ci torno dopo) è numericamente, organizzativamente e economicamente incardinata (per usare il temine dell’Inps, che qui in questo post ci può pure stare) presso l’utilizzatore.


Cito, da ultimo (ad abundantiamm e ad adiuvandum, come direbbe il mio amico avvocato) questo passaggio del d.lgs. n. 150/2015 (correva l’anno del Jobs Act): “con riferimento al contratto di somministrazione i benefici economici [tutti: incentivi, esoneri, decontribuzioni, comunque denominati] legati all'assunzione o alla trasformazione di un contratto di lavoro sono trasferiti in capo all'utilizzatore e, in caso di incentivo soggetto al regime de minimis, il beneficio viene computato in capo all'utilizzatore”.

Vero che qui la norma utilizza i termini “assunzione o trasformazione” e che la Decontribuzione Sud spetta per i tutti i lavoratori in forza e non solo per i nuovi assunti (è esonero, abbiamo visto, introdotto non per incentivare le nuove assunzioni, come invece per i giovani e le donne, ma per garantire la tutela dei livelli occupazionali in aree del Paese a maggior disagio socio-economico) ma il principio esposto, che null’altro è che la conseguenza di cos’è la somministrazione di lavoro, mi pare chiaro e inequivocabile.


Detto che sul de minimis non voglio entrarci dato che ci vorrebbe un post solo per quello, e che per le conseguenze illogiche e paradossali mi rifaccio integralmente al pezzo di Aldo Bottini sul Sole 24 ore di mercoledì scorso, mi sorge spontanea questa domanda:

“perché questo Messaggio?”. Abbozzo qui tre possibili risposte:
  1. mancata conoscenza dell’istituto della somministrazione di lavoro da parte di chi (all’Inps o in altro posto) ha scritto il Messaggio [poco male, si è sempre in tempo a studiare e a porvi rimedio];

  2. necessità di ridurre il mancato introito da parte dell’Inps che probabilmente non era previsto nei termini poi registrati [e questo spiegherebbe, e farebbe il pari, con le indicazioni sulla tredicesima su cui non sono entrato ma sono parte integrante e non trascurabile del Messaggio];

  3. dolo specifico e avversità radicale verso le Agenzie di somministrazione [in continuità con l’azione di governo gialloverderossa, che ha avuto il via ed è stata incardinata, qui sì ci sta a pennello, sul decreto dignità].


Tutto sommato, confido ancora nella prima.


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