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  • Andrea Morzenti pubblicato su mychiclist.it

Le #seicose da sapere sulla riforma costituzionale del 2016


Domenica 4 dicembre 2016, ormai credo lo sappiamo un po’ tutti, si vota per il referendum costituzionale.

Ho pensato allora di chiedere ospitalità a questo blog per provare a spiegare su cosa voteremo. Ospitalità accordata, a due precise condizioni: i) che il linguaggio non sia troppo “legalese” e ii) che i contenuti siano sei, né uno di più né uno di meno (ma questo, come dire, me l’aspettavo).

Una premessa però, prima di vedere #leseicoseche del referendum, mi è stata concessa. Per capire prima di tutto di cosa parliamo.

Parliamo della nostra Costituzione, la Legge fondamentale dello Stato, come ci hanno sempre spiegato a scuola, dove ci sono i diritti/doveri dei cittadini e le regole di funzionamento dello Stato. La Costituzione può essere modificata solo con una legge "speciale", approvata rispettando questi “paletti”:

- due votazioni a favore, sullo stesso testo di legge, da parte di ognuna delle due Camere;

- nella seconda votazione devono votare a favore almeno la metà più uno dei parlamentari (non solo di chi è presente al momento del voto, ma di tutti i parlamentari). Se i voti favorevoli sono almeno i due terzi, la legge è approvata. Altrimenti la legge è sospesa e si può chiedere un referendum. Come è successo in questo caso.

Il referendum costituzionale è senza quorum, valido cioè indipendentemente dal numero dei votanti. Se vince il Sì la legge diventa definitiva e modifica così la nostra Costituzione, se vince il No la legge viene definitivamente abbandonata.

Ed ecco quelli che, secondo me, sono – in pillole - i sei contenuti principali della legge di riforma della Costituzione:

1. LA FIDUCIA AL GOVERNO

Non è previsto che cambi la nostra forma di governo, che resterà una forma di governo parlamentare. Cosa significa? Che il Governo, per poter governare, dovrà sempre avere i voti in Parlamento, cioè la fiducia del Parlamento. Altrimenti, senza la fiducia, il Governo cade. La differenza, rispetto ad oggi, è che la fiducia sarà votata al Governo solo dalla Camera dei Deputati e non più (anche) dal Senato della Repubblica. Continueremo poi a non eleggere, come non eleggiamo ora, il capo del Governo, che sarà sempre nominato dal Presidente della Repubblica.

2. L'APPROVAZIONE DELLE LEGGI

Le leggi non saranno più approvate con il voto favorevole della Camera e del Senato. Ma, ad eccezione di alcune poche leggi che possiamo definire leggi “di sistema o di garanzia” (ad esempio le leggi costituzionali e di ratifica dei trattati dell’Unione Europea), sarà sempre la Camera ad avere l’ultima parola. Il Senato potrà solo proporre modifiche che la Camera sarà sempre libera di accettare (in tutto o in parte) o di respingere, approvando definitivamente la legge.

3. IL NUOVO SENATO

Si supererà così il tanto discusso “bicameralismo paritario”, dove la Camera e il Senato fanno le stesse cose, e visto che il Senato avrà meno lavoro, sarà composto da soli 100 senatori (al posto dei 315 di oggi, più i senatori a vita).

Ma chi saranno i futuri senatori? 95 saranno eletti dai consigli regionali (in base al numero dei cittadini di ogni Regione e in base alle indicazioni che gli elettori daranno durante le elezioni regionali) e 5 nominati dal Presidente della Repubblica, che resteranno in carica per sette anni. I senatori eletti dai consigli regionali saranno 74 consiglieri regionali e 21 sindaci. Resteranno senatori finché saranno consiglieri regionali o sindaci e, per farlo, non guadagneranno niente in più di quanto già ricevono dalla Regione o dal Comune. Il nuovo Senato rappresenterà così i territori, cioè le Regioni e i Comuni.

4. GLI STRUMENTI DEL GOVERNO

Non cambieranno i poteri del Governo, che potrà però, per attuare il proprio programma, chiedere al Parlamento di votare, a favore o contro, le proprie proposte di legge entro 70 giorni (è quello che viene chiamato il “voto a data certa”).

I decreti-legge (che permettono al Governo di “fare una legge” in caso di necessità e urgenza) avranno limiti maggiori rispetto a oggi, per evitare l’utilizzo non corretto che c’è stato in passato.

5. LE MATERIE DELLO STATO E LE MATERIE DELLE REGIONI

Cambierà la distribuzione dei “poteri” fra lo Stato e le Regioni, con questi quattro interventi.

- Sono aumentate le materie di competenza dello Stato (ad esempio, l’energia, il commercio con l’estero, il turismo, le grandi infrastrutture, la sicurezza sul lavoro e le politiche attive del lavoro).

- Sono eliminate le materie di competenza sia dello Stato che delle Regioni (la cosiddetta competenza concorrente, dove lo Stato decide i principi generali e le Regioni definiscono i dettagli).

- Sono elencate le materie di competenza delle Regioni (ad esempio, la promozione dello sviluppo economico locale e l’organizzazione dei servizi sanitari e sociali).

- È introdotta la possibilità per lo Stato di approvare leggi in materie non di sua competenza, ma solo se serve per tutelare l’unità o l’in­teresse nazionale (la cosiddetta clausola di salvaguardia).

6. GLI ALTRI PUNTI, IN BREVE

È prevista l’abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, che ha funzioni di consulenza delle Camere e del Governo) e l'abolizione delle Province.

Elezione del Presidente della Repubblica. Ora è eletto dalla Camera e dal Senato, e dai rappresentanti delle Regioni. Con la riforma sarà eletto solo dalla Camera e dal Senato, perché il nuovo Senato rappresenterà già le Regioni. Cambieranno anche le maggioranze richieste per l’elezione (la maggioranza minima richiesta sarà dei tre quinti dei votanti, mentre oggi è la metà più uno dei componenti).

Referendum abrogativo. Non cambierà niente se proposto da cinquecentomila cittadini (o cinque consigli regionali): in questo caso il referendum, come oggi, sarà valido (quorum) se ha votato la maggioranza degli elettori. Se però sarà proposto da ottocentomila cittadini, ilquorum da raggiungere si abbassa, perché il referendum sarà valido se ha votato la (sola) maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.

Ecco, queste sono, a mio parere, #leseicoseche è importante conoscere sulla riforma costituzionale che voteremo con il referendum di domenica 4 dicembre 2016. È un voto importante. Non è un voto sul Governo ma è un voto su un progetto di riforma della nostra Costituzione, la legge fondamentale del nostro vivere assieme. Come ho scritto sopra, non c’è quorum. Andiamo a votare, non deleghiamo ad altri una scelta così importante per noi e per i nostri figli.

Buon voto a tutti, e ancora grazie a mychiclist per l’ospitalità.

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