- C'era una volta...
- Una legge elettorale! - diranno subito i miei (piccoli) lettori.
- No ragazzi, avete sbagliato. C'era(no) una volta due leggi elettorali, che una è troppo facile, siamo in Italia eh
(semicit.)
Le leggi elettorali trasformano i voti in seggi. Giocano quindi, è evidente, un ruolo fondamentale.
Si dividono in due macro famiglie:
maggioritarie > obiettivo governabilità
proporzionali > obiettivo rappresentatività
Da noi, in Italia, finiscono tutte con "um". Mattarellum, Porcellum, Italicum, Consultellum, Rosatellum, ... (lo si deve a Giovanni Sartori). E, spesso, sono un po' maggioritarie e un po' proporzionali. Originali in tutto, in Italia.
Dovessimo votare oggi, voteremmo con due leggi elettorali diverse. Risultanti entrambe da due sentenze della Corte Costituzionale. Per la Camera un Italicum modificato, per il Senato il Consultellum, cioè quanto resta del Porcellum (che del maiale, si sa, non si butta via niente).
In sintesi:
Italicum modificato (Camera dei Deputati): su base nazionale, proporzionale con premio di maggioranza alla lista che supera il 40%, non sono ammesse coalizioni di liste, sbarramento al 3%;
Consultellum (Senato della Repubblica): su base regionale, proporzionale non puro, sono ammesse coalizioni dl liste, sbarramenti: 8% se lista da sola, 20% se coalizione (3% se lista in coalizione)
Se aggiungiamo che:
alla Camera si può votare compiuti 18 anni, al Senato compiuti i 25 anni
alla Camera ci si può candidare compiuti i 25 anni, al Senato compiuti i 40 anni
possiamo concludere che abbiamo due Camere con gli stessi poteri (dare la fiducia al Governo e approvare le leggi) ma con diverse leggi elettorali, diverso elettorato attivo, diverso elettorato passivo.
Un punto in comune però Camera e Senato ce l'hanno: le leggi elettorali non le ha fatte (solo) il Parlamento ma (anche) la Consulta.
Bene, ma non benissimo. No?