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Andrea Morzenti

Renzi spariglia ma il Jobs Act?



Quindi pare (si dice, si mormora) Matteo Renzi abbia cambiato strategia. Lo dice anche la sua newsletter del 30 luglio. Non più un Terzo Polo (finito con le Politiche 2022), non più un Centro (fallito con le Europee 2024), ma il ritorno in coalizione di centrosinistra (o centro-sinistra, ricordate?).

Riformisti e sinistrorsi, permettetemi la semplificazione, di nuovo assieme. Avrà in mente un nuovo Ulivo o una nuova Unione? Escluderei la Gioiosa macchina da guerra.


Purtroppo, però, sempre di coalizioni si parla. Quelle che si formano per le elezioni, per contrastare (Meloni e Salvini) più che per costruire e poi si sfasciano alla bisogna quando si è ottenuta la rappresentanza parlamentare (che le “poltrone” lo lasciamo dire ai fautori della Casta).

Chissà quando anche in Italia arriveremo a veri partiti dove chi vince primarie o simili guida il partito e, del caso, lascia la leadership e non il partito quando le perde. Riformisti e sinistrorsi, di nuovo permettetemi la semplificazione, che sempre lì in quel partito stanno alternandosi alla guida (Ditta consentendo).


Ieri un amico mi raccontava di come nei palazzi romani si dica anche, oltre che dell’abbraccio a favor di fotografo con Elly Schlein, di una importante e rinnovata interlocuzione (di contiana memoria) di Matteo Renzi con Maurizio Landini. Cioè con colui il quale ha a morte il Jobs Act tanto da promuoverne i famosi referendum abrogativi (poi, il JA è tanto altro ma qui non ne parliamo).


Un HR Director di una importante azienda manifatturiera multinazionale mi raccontava pochi giorni fa – e qui termino per oggi i miei racconti – di temere molto quei referendum. L’autunno caldo, il sindacato massimalista e non riformista, la continua ricerca dello scontro e non dell’accordo, gli investimenti esteri che si riducono con gli stabilimenti italiani della sua multinazionale che chiudono.

Mi sono permesso di dirgli che, mio parere, quei referendum saranno un flop per Landini e per la sua CGIL. Ormai nessuno va più a votare, le Politiche e le Europee son lì a dimostrarlo, il quorum non sarà raggiunto. Gli ho detto di fare un sondaggio al bar per avere una idea di chi sa di cosa stiamo parlando e mi darà ragione.


Resta però che quei referendum esistono. Che li ha promossi Landini con cui pare chiacchieri molto Renzi e li sostiene Schlein con cui sempre Renzi si fa fotografare in un tenero abbraccio.

Dei contenuti di quei referendum non ne parla nessuno. Sono semplicemente i referendum contro il Jobs Act renziano. Una semplificazione che serve a Instagram e non alla nostra capacità di discernimento. Mi sono ripromesso di scriverne qui nei prossimi mesi, in uno sforzo che serve soprattutto a me per provare ad approfondire.


Per ora un grazie a chi ancora mi legge.

Come scrive il mio giornalista preferito, il più bravo, questa piccola rubrica chiude per la pausa estiva e ritornerà a settembre. Buone vacanze a tutti.

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