Ricevo e pubblico volentieri questa email.
Cinque minuti per leggerla, tanto lavoro alle spalle per poterla scrivere.
Oggetto: Rubo 5 minuti all'attività quotidiana...
…per raccontarti una storia, legata ad un nostro prospect (azienda possibile cliente, ndr), ancora non cliente, che dimostra - se non fosse già abbastanza evidente - quanto assurdo sia questo Decreto (il Decreto cosiddetto Dignità, ndr). Assurdo e crudele.
Ci chiama una azienda che ha bisogno di una persona che gli dia una mano nel montaggio di serramenti.
Due giorni o tre al mese, quando la stagione primaverile parte e che per il momento non può assumere direttamente perché non sa garantirgli continuità.
Naturalmente, se si trova la persona giusta, richiamerebbe sempre la stessa.
Ovviamente, a malincuore, gli spieghiamo che la flessibilità è oggi fortemente penalizzata dal Decreto Dignità e gli raccontiamo in termini semplici della causale e dello +0,5% sui contributi per ciascun rinnovo.
Inutile dire che il nostro referente resta allibito dall'assurdità del meccanismo e, nonostante i nostri tentativi, proprio non se la sentirebbe di apporre una causale.
Nonostante questo cerchiamo di approfondire, nella vana speranza di trovare un appiglio per poterlo aiutare.
Alla fine ci racconta di non avere dipendenti e dunque dobbiamo, con dispiacere enorme, dirgli - forse per la prima volta da quando facciamo questo lavoro - che proprio non possiamo aiutarlo.
Psicologicamente, eticamente e professionalmente ci rifiutiamo pero’ di abbandonarlo e rimaniamo in accordi di sentirlo qualora ci fossero insperate modifiche legislative che possano intervenire in suo soccorso.
Alla fine della telefonata prevale la rabbia e lo sconcerto.
E una domanda corre d’obbligo: il tessuto imprenditoriale italiano è da sempre fondato su piccole e medie realtà che hanno reso grande questo Paese e che, molto spesso, partite da contratti brevi per esigenze estemporanee, hanno trovate le persone giuste da poter assumere anche per lunghi periodi. Come reagirebbe il Ministro se si trovasse di fronte ad un uomo che ha costruito con fatica un’attività fondata sulle proprie spalle e che ora si trova nelle condizioni di non sapere come fare per farla crescere e per rispondere alle esigenze dei propri clienti?
E poi saremmo noi “i caporali”?