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  • Andrea Morzenti

Legittima in difesa


Prendi la legittima difesa, dille che l’ami, falla sentire importante. Falla prima percepire come un problema, e poi propaganda al popolo che quel finto problema l’hai egregiamente risolto.

Ecco, questo è stato lo slogan del nostro Ministro dell’Interno, tra un porto chiuso e un altro, a ridosso delle elezioni europee.

 

Ci ricorda un grande Johannes Bückler (@JohannesBuckler) su Twitter:

«La quasi totalità dei casi di legittima difesa finisce con l’archiviazione o con l’assoluzione. Quando si viene condannati c’è sempre un motivo che va oltre la legittima difesa. Di quante indagini e processi sulla legittima difesa stiamo parlando? Diciamo una decina all'anno e il 90% si risolve a favore della persona offesa, alla quale viene riconosciuta la "legittimità" della difesa. Dieci all'anno. Per capire di cosa stiamo parlando. E’ chiaro che gran parte del senso della società in cui viviamo si basa su errate percezioni che spesso si scontrano con la realtà dei fatti. E su queste errate percezioni alcuni politici ci marciano, spostando più in là le vere priorità del Paese».

Alcune condanne:

  • 2009, Giovanni Petrali. Era stato rapinato nel suo bar. I ladri erano già usciti e lui li aveva ricorsi uccidendone uno.

  • 2017, Walter Onichini. Un ladro aveva tentato di rubargli l’auto e lui gli aveva sparato. Perché condannato? Perché aveva caricato l’uomo in auto, lo aveva portato lontano e poi gettato in un campo.

  • 2018, Mirko Franzoni. Qualcuno aveva tentato di rubare in casa del fratello. Lui allora aveva organizzato una caccia al ladro per il paese. E lo aveva ucciso con una fucilata.

  • 2019, Angelo Peveri. Due ladri tentano di rubare nel suo cantiere. Lui spara tre colpi in aria. Un ladro torna indietro per recuperare l’auto. Viene immobilizzato e costretto a inginocchiarsi; la testa gli viene sbattuta a terra. Peveri spara un colpo a poco più di un metro che colpisce il ladro al petto.

Il Ministro dell’Interno, via La Zanzara di Giuseppe Cruciani sulla Radio di Confindustria, difende Peveri e cavalca il caso per far approvare dal Parlamento le modifiche alla legittima difesa. Dice anche, ovviamente solo a parole, di una richiesta di Grazia per Angelo Peveri.

E così la Legge viene approvata. È la Legge 26 aprile 2019, n. 36 (GU n. 102 del 3 maggio 2019), in vigore dal 18 maggio 2019. Prevede, tra altro, che «agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone» e che «la punibilità è esclusa se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto».

Il Ministro dell’Interno esulta: ora la difesa è sempre legittima!

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel promulgare la Legge, scrive un Messaggio ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio con cui osserva: «Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia. L’art. 2 della legge, modificando l’art. 55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo “allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto”: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta».

Questa, a parere del Presidente della Repubblica, forse sostituendosi alla Corte Costituzionale, è l'interpretazione della Legge costituzionalmente orientata. Forse, aggiungo io, sarebbe stato meglio un rinvio della Legge alle Camere.

Ma tant’è. Come ha immediatamente sottolineato il nostro Ministro dell’Interno, con la promulgazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la riforma della legittima difesa ora è Legge dello Stato.

Pavone Canavese, Ivrea, 7 giugno 2019, una settimana fa, Franco Marcellino Iachi Bonvin spara e uccide Ion Stavila, che aveva assaltato il suo bar tabacchi. Immediatamente il nostro Ministro dell’Interno fa sapere sui social: «Bene, è legittima difesa. #iostocoltabaccaio».

I primi riscontri dell’autopsia effettuata dal medico legale Roberto Testi avrebbero rilevato una ferita compatibile con un proiettile sparato dall'alto (forse da un balcone) e alle spalle del ladro. In attesa dei rilievi della scientifica, che chiariranno la posizione da cui il tabaccaio ha sparato il colpo mortale, il Procuratore d’Ivrea Giuseppe Ferrando fa sapere che «dalle prime risultanze pare non ci sia stata un'aggressione alla persona ma solo al patrimonio». Quindi potrebbe anche non essere applicabile la nuova legge sulla legittima difesa.

Naturalmente lungi da me sostituirmi ad avvocati penalisti e, tanto meno, alla Magistratura. Come non sta certo a me giudicare nessuno.

Se però le nuove norme sulla legittima difesa non dovessero trovare applicazione al recente caso di Ivrea (sparare da un balcone e alle spalle della vittima è da far west più che da uno Stato di diritto), mi chiedo quale e quanta responsabilità abbia il nostro Ministro dell’Interno della morte di un uomo, e quale e quanta ne potrebbe avere della condanna di un altro uomo. Responsabilità dovute al propagandar via social che la difesa è sempre legittima. E quante e quali Zanzare ne siano corresponsabili.

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