Mentre il centrodestra diventa destra e in poche ore definisce quello cha ai partiti più conta, cioè la spartizione dei collegi uninominali, l’altra parte del cielo attende che Calenda sciolga la riserva (del resto giorni fa l’ha detto chiaramente: "se Draghi non fosse più disponibile, il premier lo faccio io”).
Le condizioni di Calenda sono: i) nei collegi uninominali non ci voglio né Di Maio né Fratoianni (+ Bonelli e altri) perché non posso immaginare che i nostri voti vadano anche a loro ii) i programmi delle liste in coalizione devono essere coerenti.
Insomma, nessun matrimonio al massimo una convivenza e pure di nascosto che un po’ mi vergogno; evitiamo poi di dire cosa pensiamo su tutto visto che non siamo d’accordo su nulla.
Non c’è che dire, un ottimo viatico per il governo del Paese.
Ora attendiamo la risposta di Letta che i) potrebbe prendere la palla al balzo, ii) candidare Di Maio nella lista PD (difficile che Di Maio, nonostante il buon cuore di Tabacci, sia in lista con Impegno Civico visto che per essere eletto serve superare il 3%) accettando così la richiesta di Calenda e iii) mettere all’angolo Renzi che resterebbe solitario nel terzo polo.
Obiettivo di Letta: evitare che Renzi superi il 3% togliendolo per sempre dal Parlamento.
Bene, dai. Come Agenda Draghi niente male.
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