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Andrea Morzenti

Cari Draghi e Cartabia vi scrivo




Ricevo e pubblico volentieri.

 

Italia, 7 aprile 2021


Egr. dr. Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri,

Gent.ma dr.ssa Marta Cartabia, Ministro della Giustizia,


non vi nascondo che ci avevamo sperato in molti. A maggior ragione dopo la conferenza stampa in cui, Presidente, nell’annunciare l’imminente decreto con la previsione dell’obbligo vaccinale (cara grazia) per il personale medico e sanitario ha detto che ci stava lavorando il Ministro (e, niente, mi scuserà, ma io Ministra non ci riesco proprio) Cartabia.

Aggiungendo che il Ministro non avrebbe dovuto studiare molto per scrivere il provvedimento (in riferimento al fatto, colto poi da molti, che l’attuale Ministro della Giustizia fu la redattrice della sentenza della Corte Costituzionale con cui la Corte ritenne legittimo l’obbligo vaccinale dei nostri bambini).


Ecco, dicevo, ci avevamo sperato in molti in un cambio di passo nella scrittura dei provvedimenti legislativi, decreti legge in primis.


Invece, Presidente e Ministro, ci troviamo un articolo (l’art. 4 del DL 44/2021) con un iter tortuoso disegnato in 12 commi, con aspetti non chiari (ad esempio quali obblighi del datore di lavoro, se ve ne sono, con le assunzioni di oggi in avanti) e con tempistiche al limite del possibile.


Mi riferisco in particolare all’obbligo del datore di lavoro di comunicare alle Regioni (e alle, immancabili, Province Autonome) l’elenco dei lavoratori “entro cinque giorni dall’entrata in vigore del presente decreto”. Con il decreto in Gazzetta il giovedì sera, entrata in vigore il giorno stesso, primo giorno venerdì (Santo), poi sabato e domenica di Pasqua, poi lunedì (dell’Angelo o Pasquetta che dir si voglia), quinto giorno e ultimo (forse unico) utile martedì (ieri).


E, aggravante causata dal Titolo V della Costituzione (più bella del Mondo), con le Regioni che a singhiozzo pubblicano sui propri siti internet le indicazioni per l’invio solo a partire dal martedì pomeriggio (a digestione della pastiera avvenuta), ognuna in ordine sparso (chi chiede la PEC dei lavoratori, chi l’Asl di appartenenza, chi altro e altro ancora).


Ecco, cari Presidente e Ministro, noi ancora ci auguriamo un cambio di passo. Confidando che si tratti solo di un errore di gioventù.


Con osservanza,

un vostro concittadino

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