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  • Andrea Morzenti

Riforma Cartabia In Onda in salsa cinquestelle su LA7



Ilaria Cucchi in TV ha sostenuto che con la Riforma Cartabia non avrebbe ottenuto giustizia per suo fratello Stefano, giustizia che ha ottenuto invece dopo (ben) tredici anni. L’ha detto in TV e, insomma, a me ha fatto pensare.

 

Allora ho chiesto su Twitter se c’era qualche penalista all’ascolto che mi potesse dire.

Ho avuto alcune risposte che provo qui a sintetizzare. A parte il fatto che casi limite esistono sempre, quello è stato un processo in cui l’accusa riottosa non ha certo collaborato; ma essendo un processo ad impatto mediatico non credo si sarebbe prescritto. La vergogna sta nel fatto che il processo sia durato tredici anni. Non si può scindere l’aspetto in sé della prescrizione dallo sforzo (che è parte della Riforma Cartabia) di far finalmente durare meno i processi. Se un Pubblico Ministero vuole concludere sollecitamente un processo, non c’è forza al mondo che glielo possa impedire. Magari la giustizia l’avrebbe avuta anche prima; dato che l’ha avuta perché qualcuno di è deciso a cambiar idea e, forzato, l’avrebbe fatto prima. L’effetto della Riforma Cartabia dovrebbe essere proprio quello di velocizzare il processo, prima di tutto nella fase preliminare di fissazione dell’udienza.


Ora, qui non voglio entrare nel merito, che il processo penale non certo è il mio mestiere. Osservo solo che le lungaggini dei processi in Italia, penali ma anche civili, sono ahimè un dato di fatto. I dati, non le opinioni, ci dicono che siamo fanalino di coda in Europa. E la Riforma Cartabia vuole ridurre i tempi dei processi, non certo garantire l’impunità.


Quello che però mi lascia particolarmente perplesso, e mi fa arrabbiare, è come il tema sia stato trattato nella trasmissione TV (InOnda su LA7).

Ospite dei muti conduttori Concita De Gregorio e David Parenzo, oltre a Ilaria Cucchi, c’era il (simpatico, non c’è che dire) Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Il quale, candidamente e senza contradditorio, ha detto che il processo Cucchi con la Riforma Cartabia non si sarebbe potuto celebrare. E, aggravante, sempre Gratteri ha fatto intendere che neppure si potrà celebrare il processo che potrebbe vedere imputato l’ex assessore del Comune di Voghera per l’assassinio del giovane uomo (cit. Concita De Gregorio) marocchino (cit. sua sorella).


Insomma, pareva tutto orchestrato a voler far emergere come la Riforma Cartabia sia voluta dai partiti per difendere i forti di turno (politici, forze dell’ordine, apparati dello Stato) a scapito dei più deboli. Ah, tutti i partiti escluso il Movimento Cinque Stelle, naturalmente.

Tesi strampalata, populista, da Fatto Quotidiano. Come se tenere sulla graticola per anni e anni un cittadino, in attesa di giudizio, sia un obiettivo a cui tendere. Poi mi son chiesto: chissà in quanti eravamo sintonizzati, in una calda serata di fine luglio, su LA7 ad ascoltar Gratteri? Quattro gatti, dai; io, Gianni Minà, Paco Pena, …

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