Uno splendido adolescente

[immagine: la (non) separazione delle carriere]

Chissà se saremo diventati adulti. Chissà se il nostro Paese sarà diventato adulto. Chissà se finalmente voteremo sul merito delle riforme e non in base a chi le ha approvate.

Ultimo riferimento utile, la riforma Renzi del bicameralismo paritario.

Piaceva a molti quella riforma, alla maggioranza del Paese. Ma la maggioranza, di un Paese all’epoca non ancora adulto, l’ha affossata perché Renzi, alla maggioranza, stava sulle balle (ops, le parole). E così, per un capriccio adolescenziale, di riformare l’unicum italico del bicameralismo paritario non se ne parlerà credo mai più.

In primavera voteremo il referendum sulla riforma della giustizia, meglio sulla “riforma della magistratura” (cit. Gian Luigi Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale di Milano).

L’ha approvata il governo Meloni (ops, il Parlamento) e prevede la famosa “separazione delle carriere” - cioè le carriere distinte dei magistrati giudicanti (i giudici, chi fa le sentenze) e dei magistrati requirenti (i pubblici ministeri, l ‘accusa) – da molti ritenuta la naturale conseguenza del passaggio dal sistema processuale penale inquisitorio a quello accusatorio avvenuto in Italia nel 1989.

Intervista ad Achille Occhetto (La Stampa, 9 novembre 2025):

Domanda. Voterà al Referendum?

Risposta. Di fronte a una provocazione politica voterò con una motivazione politica perché non vorrei il giorno in cui si hanno i risultati essere dalla parte di quelli che esulteranno insieme a Trump e Orban.

Occhetto va per i novant’anni. Uno splendido adolescente.