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Andrea Morzenti

È fortemente raccomandato

Aggiornamento: 11 nov 2020



Mauro Berruto ha lanciato in questi giorni un bellissimo Manifesto dello Sport. L’ho sottoscritto pure io, siamo quasi in dodicimila ad averlo fatto .


Dei 13 punti del Manifesto mi sono piaciuti soprattutto questi due:


4. Un intervento per favorire l’uso delle palestre scolastiche e la frequentazione dei corsi pomeridiani, attraverso anche una rivisitazione dell’autonomia scolastica che permetta di liberare i dirigenti scolastici dalla responsabilità diretta di assegnazione delle palestre scolastiche riaffidandola agli enti locali, in modo che possano occuparsi dei protocolli di sicurezza e sanificazione insieme alle società sportive che le utilizzano.


8. Un intervento a protezione delle persone anziane e più fragili per supportare iniziative di riconversione delle società sportive rispetto ad attività necessarie al prendersi cura di sé. Gli anziani e i più fragili sono doppiamente sottoposti a stress fisico ed emotivo in questo contesto di emergenza. L’inattività fisica è una delle cause del peggiorare delle condizioni di salute e quindi dell’aumento del rischio di impatto Covid su persone di età avanzata, con patologie pregresse o disabilità. I luoghi dello sport sono spesso inattivi o poco utilizzati al mattino, proprio quando queste persone avrebbero più possibilità di prendersi cura di sé.

 

Possiamo dire che il DPCM del 3 novembre 2020 ha un po’ cambiato rotta sull’attività motoria e sull’attività sportiva? Forse ora se passeggi, se corri, se pedali non sarai più insultato da chi si affaccia alla finestra, trattato da untore dal vicino di casa e rincorso come un delinquente dalle Forze dell’Ordine o riempito di rimbrotti e raccomandazioni da parte della Protezione Civile? Parrebbe di sì, dai. E lo dico innanzitutto per esperienza diretta.


Ma partiamo un attimo dalla norma contenuta nel DPCM. Persino nelle Zone Rosse si prevede che “è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché' comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale”.


Quindi la motoria è libera i) se vicino a casa (sfatiamo il mito dei 200 metri, non c’è scritto), ii) nel rispetto del metro di distanza (ma se passeggi con un convivente non è ovviamente necessario) e iii) con obbligo di mascherina. La sportiva invece ha il solo limite che deve i) esser svolta all’aperto e ii) in forma individuale.

Non è previsto altro, come non c’è limitazione territoriale (Comune o altro) che si può desumere indirettamente solo per la motoria (salvo che la casa sia proprio al confine tra due diversi Comuni) ma non per la sportiva. Correte, andate in bicicletta, fate sport da soli un po’ dove vi pare. Certo manca l’aspetto del “fare squadra” dello sport, ma questo inevitabilmente (ancora) per un po’ lo dobbiamo credo mettere in soffitta, pronti – quanto prima – a tirarlo giù.


Le due attività (motoria e sportiva) però, mio parere, non costituiscono un valido motivo di spostamento ai sensi del DPCM (situazione di necessità, motivi di salute, comprovate esigenze lavorative). Cioè non puoi mettere scarpette o bici in auto e spostarti per andare poi a correre o a pedalare. Devi uscire di casa correndo o pedalando.

Insomma, in altre parole, non ti puoi spostare per correre, ti sposti correndo.

Ne consegue, va da sé, che (almeno) per l’attività sportiva nessuna autodichiarazione deve essere prodotta alle (e richiesta dalle) Forze dell’Ordine. E i ragazzi che vanno al parco – i parchi sono aperti – a fare potenziamento? Mi viene da dire che ci devono andare correndo o pedalando.


Ecco, va detto, la norma appare tutto sommato chiara. Io però (almeno) per l’attività motoria al posto di “è consentito” avrei scritto “è fortemente raccomandato”, così come fatto dal DPCM (anche ma non solo) per il lavoro agile (detto anche smartworking, a me piace scriverlo tutto attaccato). Dopo una giornata in casa a lavorare in posizioni non certo sempre ergonomiche, dopo ore e ore passate davanti al monitor a seguire le lezioni dei prof. in didattica a distanza (non dico nulla per amor di patria), dopo una giornata chiusi spesso in spazi limitati in casa e, comunque senza poter uscire se non per comprovati motivi, direi che è fortemente raccomandato uscire a fare un passeggiata per sgranchirsi le gambe e, per chi vuole e può, farsi una corsetta o un giro in bicicletta. Non aumenta il contagio, è consentito ora lo dice anche il governo, e fa bene alla salute della testa e del fisico.


PS oggi la foto in copertina è della mia bici. Non metto quasi mai foto personali su questo mio blog, questa - a memoria - credo sia la seconda massimo la terza volta; oggi l’ho voluto fare a testimoniare che la #bici è davvero uno sport fuori dal (mio) Comune



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