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  • Andrea Morzenti

Governare da Palazzo Chigi e non da Piazza del Gesù


Renzi, ieri 14 ottobre, a Repubblica: "il leader del Pd è per Statuto candidato premier del Pd. Questo punto non lo mettiamo in discussione. Quello che deciderà la coalizione, purtroppo lo vedremo dopo. Non credo che ci saranno primarie di coalizione".

 

Premesso che in Italia, come in tutte le forme di governo parlamentari, non si elegge il "premier" ma si elegge (solo) il Parlamento, che dà e toglie la fiducia al Governo il cui "capo", il premier, è nominato dal Presidente della Repubblica (è questa la differenza principale con le forme di governo presidenziali dove invece gli elettori eleggono direttamente il "capo del governo"), vediamo un po' cosa prevede, sul punto, lo Statuto del Partito Democratico:

Articolo 3 (Segretario o Segretaria nazionale)

1. Il Segretario nazionale rappresenta il Partito, ne esprime l’indirizzo politico sulla base della piattaforma approvata al momento della sua elezione ed è proposto dal Partito come candidato all'incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.

E' una norma, questa, molto discussa.

I detrattori ritengono che il Segretario del partito non possa anche essere a capo del Governo perché - semplifico - deve occuparsi in primis del Partito.

I sostenitori, tra cui - per quel che conta - il sottoscritto, la ritengono invece una norma sacrosanta. Perché, dato che il Presidente del Consiglio, come visto sopra, non è eletto direttamente dagli elettori, è necessario che abbia in mano (almeno) le redini del suo partito.

Altrimenti accade, come spesso accaduto in passato, che le decisioni di governo non si prendono a Palazzo Chigi ma, invece, durante le Segreterie di Partito. E i nostri governi e i loro "Capi", già poco autorevoli per mille altre ragioni, perdono quel minimo di autorevolezza rimasta, necessaria soprattutto in Europa.

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