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  • Marco Taradash

Oggi al Quirinale...

Aggiornamento: 7 giu 2020


In questi giorni di gestazione del Governo Di Maio/Salvini, tra bozze di contratti di governo che si rincorrevano e nomi di possibili Presidenti del Consiglio e Ministri, avevo in mente alcune idee da scrivere su questo blog. Poi leggo un post di Marco Taradash.

Con la sua autorizzazione (grazie), eccolo qui di seguito. Dice tutto.

 

Cosa dirà Mattarella domani (oggi, ndr) al Quirinale a Di Maio e Salvini prima che riescano solo a salutarlo:

"Buongiorno e lasciamo da parte i convenevoli.

Voi avete fatto un errore politico e un errore costituzionale. Il secondo forse non l’avete ancora capito e lo sbrigo in un minuto. Chi sale al Quirinale per consultazioni deve dirmi soltanto due cose: se è stato raggiunto un accordo per formare una maggioranza e il nome di chi viene proposto come presidente del Consiglio. Ogni altra parola può essere altamente utile ma non necessaria.

Come ricorderete io avevo già chiuso il ciclo delle consultazioni prendendo atto che nessuna alleanza maggioritaria era risultata possibile. Davanti alla prospettiva da me indicata mi avete richiesto un supplemento di tempo per trovare un accordo fra di voi, e il Presidente non poteva sottrarsi, nella situazione critica in cui ci troviamo, dal concedervelo.

Siete tornati dopo alcuni giorni senza esservi accordati e avete ancora chiesto tempi supplementari. Ma, e qui è il vostro errore in termini di diritto, mi avete lasciato il testo del vostro programma. Al Presidente non compete giudicare un programma, può discuterne, su richiesta, col presidente da lui incaricato; certamente non coi segretari, o leader, di due partiti.

Ho chiuso un occhio, vista la vostra inesperienza, anzi tutti e due e non ho letto il testo in questa sede.

Ma certamente non potevo esimermi dal leggerlo sui giornali a cui l’avete diffuso. E questo è stato il vostro errore politico. Come qualche vostro consulente certamente vi saprà spiegare un errore politico è talora peggiore di un crimine.

Infatti ho trovato in quel testo alcune scelleratezze costituzionali che non possono essere perdonate, come la creazione di un organo parallelo agli organi costituzionali del governo e del Parlamento, che avrebbe avuto la supremazia su quelli. Inoltre avete provveduto, in quel vostro programma, a tranciare di netto gli obblighi costituzionali che ci vincolano, oltre al patto di lealtà verso i nostri concittadini europei, a rispettare i criteri di buona amministrazione della finanza pubblica.

Badate che non ne discuto nel merito, poiché non spetta a me farlo. Cerco di farvi capire che a legislazione invariata certe soluzioni non si possono proporre, poiché discendono da, non conducono a, una scelta, in quel testo non esplicitata, anzi negata, di uscita dal meccanismo dell’Euro e dalle tutele che (oltre ai vincoli) queste ci garantiscono.

- (All’unisono) Sì ma...

- Silenzio per favore. Ho seguito i contorcimenti che hanno fatto seguito a quella prima bozza e ho letto, fuori da ogni ufficialità, le migliorie che avete creduto di apportare. E ora, grazie al vostro dilettantismo, so esattemente ciò che avete intenzione di fare e ciò che non potete annunciare di voler fare.

- (All’unisono) No ma...

- Silenzio per cortesia. Ora vi pongo una sola domanda e voglio una risposta chiara e definitiva. Avete un candidato o una candidata presidente del Consiglio da sottoporre alla mia attenzione e col quale o la quale potrò, e a questo punto della situazione vorrò, discutere il programma che porterà davanti alle Camere?

Avete dieci secondi di tempo per uscire da questa sala, usateli al meglio".

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