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  • Andrea Morzenti

L'esperimento del governar assieme


L’esperimento di Jacopo Iacoboni (titolo completo: “L’esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 Stelle”, Editori Laterza, gennaio 2018) è un libro, a tratti, inquietante. Racconta in modo molto particolareggiato – dichiarazioni, nomi, episodi, luoghi – di come è nato e cos'è il Movimento 5 Stelle.

Un esperimento, appunto, a cui Gianroberto Casaleggio lavorava fin dalla fine degli anni Novanta, quand'era amministratore delegato di Webegg e testò con la intranet aziendale i meccanismi di formazione e di produzione del consenso attraverso le reti.

Con il paziente zero, come lo chiama Iaboboni, l’influencer Beppe Grillo, l’esperimento va in porto a livello nazionale. Un’azienda privata, ora, controlla una gran parte della politica e dell’opinione pubblica.

 

Il libro racconta delle posizioni anti immigrati e contrarie allo ius soli. Ma anche delle idee no euro e contro l’Unione Europea, difese e sostenute da Casaleggio e Grillo. E di come queste idee vengano propagandate sui social. In modo pianificato, centralizzato, virale.

Casaleggio e il suo esperimento, ci ricorda Iacoboni, anticiperanno di molti quello che poi sarà l’ingrediente di successo di Trump e della Brexit.

Il capitolo più inquietante è il diciottesimo, si intitola “La Russia”.

Si apre con un post del blog di Beppe Grillo del 9 ottobre 2006, in cui il paziente zero prende posizione a favore di Anna Politkovskaja, definita una “giornalista vera”. Lo stesso Beppe Grillo il 22 gennaio 2017 dirà però: “la politica internazionale ha bisogno di uomini di stato forti come loro [Trump e Putin]. Lo considero un beneficio per l’umanità. Putin è quello che dice le cose più sensate in politica estera”.

Da movimento libertario che criticava Vladimir Putin, dai post a favore delle rivoluzioni arancioni in Ucraina o delle Pussy Riots a Mosca, il Movimento si trasforma così in un movimento filorusso, filo-Putin.

Sul fronte più partitico il libro racconta del forte e continuo attacco al Partito Democratico, accusato di ogni nefandezza (a conferma, in questi giorni, la definizione che Di Maio fa del PD come il “partito di Bibbiano”) e, solo in minima parte, a Forza Italia (con la definizione di Berlusconi lo "psiconano"). Anche qui tutto pianificato, centralizzato, virale. È l’attacco sistematico agli unici eredi della politica degli anni Novanta.

Dal processo di piazza di Tangentopoli, dalla corte a Piercamillo Davigo, al populismo rancoroso salito a palazzo (da un illuminante pezzo di Mattia Feltri, su La Stampa di domenica 21 luglio scorso, in occasione della scomparsa di Francesco Saverio Borrelli).

Anti immigrati, no euro e no Europa, filo-Putin, attacco al PD. E una forte propaganda social. L’esperimento di Gianroberto Casaleggio prosegue ora con il figlio Davide. Di Maio da una parte, Salvini dall'altra. Due facce della stessa medaglia, quella dell’esperimento, quella della Lega a 5 Stelle. Al governo assieme. Non a caso.

Nonostante Dario Franceschini.

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