Non voglio qui fare una trattazione del perché sia sempre più necessario e urgente passare da una (l’attuale nostra) democrazia inconcludente ad una democrazia decidente. Nei convegni, nei simposi, nei seminari se ne parla credo da una trentina d’anni. Se ne parla - appunto - e non si conclude nulla nel solco continuo e ben tracciato della inconcludenza italica.
Dico solo due parole: autorevole (che non vuol dire autoritario, come mi spiegò bene molti anni fa il mio amico e maestro Adriano) e duraturo. Mi riferisco naturalmente al governo. Così dovrebbe essere, ovviamente a mio parere.
Ma i Costituenti, nel timore più che motivato e comprensibile, vollero dare alla nostra Costituzione una veste diversa. La paura di un ritorno all'uomo forte, ai pieni poteri, li spinse a delineare una forma di governo non tanto e solo parlamentare, ma partitica o meglio partitocratica (ricordo un Luciano Violante che lo spiegò in modo storico ad un convegno, inconcludente, a cui ho partecipato anni fa). Nel senso che a decidere sono i Partiti più che il Parlamento. Decidere quali governi, quanto durano, ogni quanto se ne fa uno nuovo, chi è il Presidente del Consiglio.
Presidente del Consiglio (non un Primo Ministro ma piuttosto, come di dice, un primus inter pares) che non decide nulla o quasi in quanto le decisioni le prendono (le han sempre prese) le Segreterie dei Partiti. Con il risultato di 63 governi dal 1948 a oggi e, nei tempi più recenti, con la trasformazione del ruolo del Presidente della Repubblica da “notaio dei partiti” a “decisore dei governi”.
Può durare ancora molto una situazione di questo tipo? Quanti danni arreca a noi e ai nostri figli una governabilità mai decisa e netta ma un pastrocchio continuo? Possiamo continuare ancora per molto a presentarci ai (sempre più) importanti e decisivi incontri europei con nostri Presidenti del Consiglio sempre rinnovati?
Ed eccoci all'oggi. Matteo Renzi va a Porta Porta (talk show inconcludente?) e lancia la proposta del Sindaco d’Italia. Lo fa per uscire dall'angolo? Per buttare la palla in tribuna? Per mania e smania (mai riflettuto su questa “s” di differenza) di grandezza e di protagonismo? Per provare a (ri)prendersi il centro della scena? Molto probabile. Ma, nel merito, non potrebbe essere una proposta su cui ragionare “anche se l’ha detto Renzi”?
Io preferirei altro. Nessuna elezione diretta del Presidente del Consiglio, nessuna forma di governo presidenziale. Mi piacerebbe mantenere l’attuale forma di governo parlamentare ma con:
solo la Camera dà la fiducia al Governo e approva le Leggi;
abolizione del Senato;
sfiducia costruttiva (se sfiduci, nel contempo devi dare la fiducia ad un altro Governo);
il Presidente del Consiglio (sempre non eletto ma nominato dal Presidente della Repubblica) nomina e revoca i Ministri;
una legge elettorale a doppio turno con collegi uninominali, in Costituzione.
Preferirei, appunto. Magari ci sono vie di mezzo su cui trovare un accordo. Cari parlamentari, anzi cari Partiti e vostre Segreterie, pensarci e provarci per davvero? Come?
il Governo Conte 2 prosegue con la sua (attuale o nuova) maggioranza e - in parallelo - in Parlamento si forma una maggioranza più ampia che lavora sulle riforme; [oppure]
si forma un nuovo Governo istituzionale, con maggioranza ampia, con obiettivo primario le riforme.
Sempre a Porta a Porta si diceva di “1. Modello Patto del Nazareno” vs “2. Modello Maccanico”.
Fossi nei vari Zingaretti, Di Maio (che Crimi boh), Salvini, Meloni, Berlusconi, (Grasso?) spariglierei le carte e direi: ok Renzi, lavoriamo sul Sindaco d’Italia! Ma solo se fai tu l’Antonio Maccanico della situazione. Cioè vai tu, caro Matteo, a Palazzo Chigi e guidi il Governo istituzionale, così non stai più fuori e dentro la maggioranza, a giorni alterni, secondo i tuoi comodi. Un azzardo, che se ce la fai bene, se non ce la fai sei fuori per sempre.