Solo due domeniche fa, era il 1° marzo, Fabio Fazio ci ha mostrato in diretta TV un papà (Donato) che consegnava alla propria figlia due buste di vestiti al varco di Codogno. Una riga per terra, l’esercito, una distanza di pochi metri che parevano chilometri. A mezzogiorno, ha raccontato Donato, ho lasciato a mia figlia le cotolette di vitello impanate, per il pranzo della domenica. Piero Angela, in collegamento, ha definito questa “una scena del passato”.
In questi giorni, molti di noi stanno facendo come Donato. Genitori coi figli, figli coi genitori. Lasciamo fuori dalla porta di casa il pane, l’acqua, la frutta e la verdura, la pizza fatta in casa. Non (solo) perché al di là del varco c’è possibilità di contagio, ma (anche) perché il contagio potremmo portarlo noi. E questo vale per i più fortunati che hanno i propri cari vicini. Scene del presente, del nostro presente, che credo il passato mai abbia visto.
I (pochi affezionati) lettori di questo mio piccolo blog sanno che i miei post escono di lunedì, ma questo post oggi esce di domenica. Che in questo periodo i giorni si assomigliano un po’ tutti, e anche le domeniche paiono lunedì.
Ma scrivere non è facile. Non perché non ci siano argomenti, anzi. Un po’ come non è facile leggere un libro, l’hanno scritto in molti sui social, non perché non ci siano i libri. Ma perché la testa stacca dalle parole scritte e va, in continuazione, da un’altra parte.
Qui si potrebbe commentare il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, sottoscritto ieri da Governo e Parti Sociali e che il Governo si è impegnato a recepire il un testo vincolante (forse il Decreto Legge atteso per stasera). Vi metto un link, con un click qui, così lo potete recuperare agevolmente.
Ci sono pure aspetti privacy che a me, onestamente, hanno fatto un po' sorridere (ve le immaginate le aziende che, in reception, misurando la febbre ai loro dipendenti, forniscono loro anche oralmente l’informativa sul trattamento dei dati personali, spiegando – tra l’altro – che i) la finalità è la prevenzione dal contagio da COVID-19 e ii) la base giuridica è l’implementazione del Protocollo? Io credo, più semplicemente, che il GDPR debba essere sospeso).
Si potrebbe commentare, appunto. Ma, a questo giro, io passo. E chiudo questo mio post, di pensieri sparsi in mezzo a marzo, con questi miei Tweet:
15 marzo 2020 Sono uscito a fare due passi. Su un muretto due uccellini mi guardavano straniti. Quasi a dirmi: ma che è successo? cos'è questa pace? ci avete concesso un po' di mondo? #COVIDー19
11 marzo 2020 Mi piace molto l'idea di @giorgio_gori. A marzo chiudiamo come fosse agosto, cosa che facciamo da sempre. E agosto lavoriamo il nostro marzo. Mi è venuta l'idea di una Festa Nazionale, dal 2021 in avanti, a marzo. Mi piacerebbe si chiamasse #mezzomarzo
10 marzo Non basta un DPCM in Gazzetta. Ne fanno ormai uno al dì. Serve che ognuno di noi faccia. Anche se nel testo non c'è scritta la parola giusta. Non cerchiamo come disapplicarlo. Capita la ratio, applichiamolo nella nostra vita, nelle scelte di ogni giorno #iorestoacasa
8 marzo 2020 O la capiamo con le buone oppure col prossimo DPCM ci chiudono tutto e la capiremo con le cattive #COVID19
7 marzo 2020 Le Messe sono sospese, le porte delle nostre Chiese sono aperte. Il virus lo combattiamo con la scienza, ma una preghiera di sicuro male non fa. #COVIDー19