top of page
  • Andrea Morzenti

Tempismo, perfezione



Le date e il tempismo giocano un ruolo fondamentale per la vita di ciascuno di noi. Arrivare tardi ad un appuntamento importante, procrastinare decisioni o azioni può avere effetti negativi non più recuperabili.


Chi ha tempo, non aspetti tempo, si dice. E si dice, anche, che la perfezione è nemica del bene.

 

Scrive Tito Boeri: “Aggiornamento sul mercato del lavoro del Veneto. Si perdono circa 900 posti al giorno rispetto all'anno scorso. Tutto legato a minori assunzioni in contratti a tempo determinato. Perché questi dati disponibili a livello nazionale al Ministero del Lavoro non vengono resi pubblici?”.


Ora, al di là del tema rilevantissimo - che non trattiamo qui - delle differenze tra Regione Veneto e Ministero del Lavoro, il punto è che si stanno perdendo numerosissimi posti di lavoro di lavoro a tempo determinato.

E il mancato tempismo può essere una delle cause. Come lo può essere stata anche la ricerca della perfezione.

Il 17 marzo 2020 entra in vigore il Decreto Legge Cura Italia. Le aziende hanno a disposizione una nuova forma di ammortizzatore sociale legata all'emergenza sanitaria COVID-19. I contratti a termine e di somministrazione a tempo determinato in scadenza si possono prorogare o rinnovare? Sì, no, forse.

Il 9 aprile 2020 il Senato approva, in prima lettura, la legge di conversione del decreto. Una norma di interpretazione autentica (badate, non una nuova norma di deroga), contenuta nell’ormai fonte unica e primaria del nostro ordinamento giuridico (sic!) cioè il maxiemendamento del Governo approvato dall'Aula del Senato, dice che sì, quei contratti di possono prorogare e rinnovare. Bene, ci siamo, diranno subito i miei pochi lettori (semicit.). Eh no, la norma deve andare all'altro ramo del Parlamento.

Il 23 aprile 2020 la Camera approva la fiducia chiesta dal Governo, la legge non è più emendabile (il Parlamento è sempre più esautorato delle proprie prerogative, sempre più un passacarte sic!). Bene ci siamo. Eh no, perché alla Camera, a differenza del Senato dove il voto è uno solo, prima si vota la fiducia e poi la norma (che ci può stare eh, così chi vota no alla fiducia può però votare a favore del provvedimento).

Il 24 aprile 2020, la Camera approva in via definitiva la legge. Bene, ora ci siamo. Eh no, perché la legge deve essere promulgata dal Capo dello Stato per poi essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.


Quindi, la norma sul'ammortizzatore sociale COVID-19 che all'inizio per molti ma non per tutti, poi per il Governo, dopo per il Senato, ora per la Camera e per il Parlamento tutto, fin da subito, fin dalla sua entrata in vigore il 17 marzo 2020, non è mai stata ostativa (come direbbero quelli che parlano bene) a proroghe e rinnovi di contratti a termine e di somministrazione a tempo determinato, lo è invece sempre stata (e lo è ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta) per numerosissimi lavoratori che così non hanno visto il loro contratto prorogato o rinnovato.

Sapere e così decidere solo dopo, quello che era, che è sempre stato e che, quindi, si poteva fare anche prima, fin da subito. Il tempismo, la perfezione.

E la storia rischia di ripetersi da qui a breve.


Dovranno avere una causale i contratti rinnovati? I lavoratori e le aziende potranno accedere all'ammortizzatore sociale COVID-19 dato che il rinnovo è successivo al 17 marzo 2020?

Qui più che la perfezione (nemica del bene), l’unico ruolo fondamentale lo giocherà il se e il tempismo. Perché, a bocce ferme, la causale serve (su quale, ecco, non mi soffermerei per amor di Patria) e gli assunti post 17 marzo 2020 non hanno diritto all'ammortizzatore sociale. Se non si vuole, ancora, perdere posti di lavoro a tempo determinato occorre quindi una nuova norma per sospenda il decreto cosiddetto dignità e ricomprenda nell'ammortizzatore sociale chi un contratto in essere al 17 marzo 2020 l’aveva, anche se non è quello rinnovato. Si dice, si mormora (cit.) che, forse, leggeremo qualcosa nel “decreto aprile”. Ma nessuno ha ancora detto di quale anno. Il tempismo, questo sconosciuto, sulla pelle di aziende e lavoratori.


0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page