Debora Serracchiani è una deputata del Partito Democratico. Nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore raccontandoci, tra l’altro, quale fosse l’intenzione del governo con l’approvazione della norma sulla proroga automatica dei contratti a termine. Forse avrebbe dovuto dirci qual è stata la sua intenzione, visto che l’emendamento porta la sua firma. Ma tant’è che Serracchiani, giovedì scorso, è stata eletta Presidente della Commissione lavoro della Camera: un emendamento a te, una poltrona a me.
Proroga "d’ufficio", forse la definizione migliore (a cura di Giampiero Falasca). Norma sovietica per alcuni, venezuelana per altri. Per molti, me compreso per quanto vale, norma incostituzionale. Ma sempre tant’è.
E norma ambigua, scritta male, che non si capisce, foriera di diverse e svariate interpretazioni. Con buona pace, ancora tant’è, della ormai perduta certezza del diritto. Ed è così che parte il ping-pong: tu scrivi A? e io rispondo il suo contrario, B.
NOTA di CONFINDUSTRIA. Per determinare il periodo di proroga, si computano solo le assenze per cassa integrazione Covid-19.
FAQ del MINISTERO DEL LAVORO. Eh no, si computa tutto, ad es. anche le ferie. [ma come “ad es.”? ndr]
CONFINDUSTRIA. Le ferie? Non esiste. Ma se proprio proprio, solo quelle causate dal Covid-19. [e come faccio a capire quali sono? ndr]. E, comunque, la norma non si applica ai contratti stagionali e a quelli per esigenze sostitutive.
MINISTERO DEL LAVORO. Si applica a tutti i contratti, compresi stagionali e sostituivi.
CONFINDUSTRIA. Ma allora ce l’hai con me? Comunque, su un punto direi che non si discute. Come ha scritto Assolavoro, i contratti di lavoro a termine in regime di somministrazione si possono prorogare solo se è stato prima prorogato il relativo contratto commerciale di somministrazione.
MINISTERO DEL LAVORO. I contratti in somministrazione a tempo determinato, intendendosi il rapporto di lavoro che intercorre tra l’Agenzia per il lavoro e il lavoratore, rientrano nel campo di applicazione della norma. Punto.
Un ping-pong, iniziato di venerdì con risposta il lunedì successivo, tra Confindustria e CGIL (pardon Governo) che pare una battaglia ideologica dentro una guerra continua che fa solo del male al nostro Mercato del lavoro, in particolare in un momento così delicato e difficile come l’attuale. Per tutti, lavoratori e imprese.
Ma una FAQ non è una norma di legge e neppure la "chiarisce" come ha invece scritto qualcuno. Vale per quel che vale, cioè il giusto.
E fu così che l’Associazione nazionale dei consulenti del lavoro, credo ormai stremata dalle folli e incomprensibili millemila norme sugli ammortizzatori sociali Covid-19, prese carta e penna e scrisse così ai propri associati: “Alla luce delle incertezze interpretative e dei gravi rischi che correrebbero le aziende clienti, che potrebbero rivalersi sui professionisti cui si affidano, la nostra associazione consiglia di non procedere alle proroghe di cui all’art. 93 comma 1 bis, almeno finché non si avranno rassicurazioni sugli effetti di tale proroga e sul suo ambito di applicazione. Quando si parla di rassicurazioni ci si riferisce a fonti di diritto e non mere faq o comunicati stampa”. Chapeau; gioco, partita e incontro. E standing ovation.
Comments