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  • Andrea Morzenti

È la somma che fa il totale



Ma chi le scrive le norme di questo Governo? Paperoga?

 

Prendiamo questa, una delle ultime in ordine di tempo (è il comma 1 dell’art. 1 del decreto legge 16 giugno 2020, n. 52):


In deroga a quanto previsto dagli articoli 19, 20, 21 e 22 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive modificazioni e integrazioni, esclusivamente per i datori di lavoro che abbiano interamente fruito del periodo precedentemente concesso fino alla durata massima di quattordici settimane, è possibile usufruire di ulteriori quattro settimane anche per periodi decorrenti antecedentemente al 1° settembre 2020. Resta ferma la durata massima di diciotto settimane considerati i trattamenti riconosciuti cumulativamente sia ai sensi degli articoli 19, 20, 21 e 22, sia ai sensi del presente comma, mediante il riconoscimento delle medesime ulteriori massime quattro settimane, nel limite di 1.162,2 milioni di euro per l'anno 2020, da parte dell'Inps ai sensi degli articoli 22-quater e 22-quinquies del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive modificazioni e integrazioni”.


È la disposizione annunciata da Conte agli Stati Generali (ormai si usa così) che consente di anticipare le ulteriori quattro settimane di cassa integrazione covid-19. Non bisogna più aspettare settembre!


Ora, è andata così. Prima le settimane erano nove. Poi sono diventate diciotto. Ma non diciotto tutte assieme, perché c’era da aspettare l’Europa con il MES (or Sure?) e/o il Recovery Fund (not found), c’erano le cavallette (cit. Blues Brothers) e quant’altro (quanto non mi piace, ma non manca mai). Ma non si è potuto semplicemente sostituire “nove” con “diciotto” e neppure aggiungerne nove alle precedenti nove. Quindi si è deciso di lasciarne nove, aggiungerne cinque (ma comunque non sostituire “nove” con “quattordici”) e poi aggiungerne altre quattro ma solo da settembre.


Poi qualcuno deve aver notare a Conte che rimaneva fuori tutto luglio (ma pure agosto) e allora voilà le ulteriori quattro settimane si possono anche richiedere prima di settembre. Ma sia mai sostituire “cinque” con “nove”, che faceva brutto e bisognava mantenere la linea fin qui adottata. E allora in deroga agli articoli bla bla bla del decreto legge bla bla bla convertito con modificazioni dalla legge bla bla bla e successive modifiche ed integrazioni bla bla bla, tutto resta come prima ma, se si vuole ed esclusivamente se bla bla bla, si può derogare e anticipare le quattro settimane.


E intanto alle aziende tocca moltiplicare per tre consultazioni sindacali e adempimenti burocratici verso gli Enti vari ed eventuali.

Insomma, le settimane sono diciotto. Ma non diciotto e basta e neppure nove+nove, ma nove+cinque+quattro. Perché, come diceva Totò, è la somma che fa il totale.


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